La Madonnina di Montjovet

1 settembre 2012

Ero a mirtilli con 'una' mia amica! ...una cosa che non capitava da più di vent'anni: non solo essere a mirtilli con lei ma anche semplicemente farci un giro insieme per i monti...
Ci siam dovuti raccontare un po' di arretrati e lei più che altro mi ha parlato dei suoi figli per cui ora conosco un po' le virtù dell'uno, dell'altro e dell'altro ancora.
Io, non volendo parlare a lei della mie storie di cuore o giù di lì, mi son reso conto di non aver niente da raccontare perchè ho sempre l'età mentale di un quindicenne con un'innata inconcludenza per la vita.
Siamo però entrambi due sportivi con "un minimo" di esuberanza e ci piace parlare di quel che facciamo e di quel che ci capita e si parlava di quando siamo arrivati allo svenimento o quasi...
Lei ci è arrivata recentemente in piscina, nuotando più del dovuto, allora mi è venuto in mente di Montjovet...
Da giovincello, insieme agli amici, ai cugini e a mio fratello, con le nostre mountain bike ne abbiam fatte di tutti i colori tra cui nel 1990 siamo andati e tornati in quattro dalla Val di Rhemes solo per fare un giro un po' lungo. Prima tappa 250 km da casa a Rhemes e poi a Saint Vincent, seconda 150km da Saint Vincent a casa. E il ritorno sarebbe già un'altra storia...
Per andare da quelle parti, si passa dalla mitica salita di Montjovet.
Perchè mitica? Perchè il sottoscritto l'ha fatta poi decine di volte da solo con la sua bici in ogni condizione di tempo e temperatura ma anche per quest'altro motivo che vi sto per raccontare.
Si saliva forte quel giorno del 1990. Tutti a ruota e cambi regolari. Avevamo tutti una buona gamba e il 'treno' composto da Lele, Paolo, Lorenzo e me si muoveva in un ronzio assordante di gomme da fuoristrada che non scendevano quasi mai sotto i 35km/h. Eravamo abituati a fare quel 'treno'.
Era anche il periodo che i motorini facevano ancora quasi tutti i 45 all'ora, mica ottanta come adesso, e noi di solito li superavamo in bici per divertimento!
Sulla salita di Montjovet però l'andatura ovviamente era minore e più disordinata. Se ne approfittava anche per recuperare un po', chiacchierare, ecc.
Ad un certo punto sento mio fratello che grida:"Occhio Tonigno!"
Ero poco avanti a lui e il vecchio muricciolo di una madonnina a bordo strada crollò in strada e finì tra me che ero poco più avanti e lui che era poco più dietro di me.
Sarà stato un blocco di qualche centinaio di chili di mattoni e cemento...
Indubbiamente la Madonnina era riuscita ad attirare la nostra attenzione e a provocare anche un minimo di spavento che lasciò dentro di me un segno indelebile...
Ancora oggi, quando passo di là, rivolgo lo sguardo alla madonnina un po' con spavento e un po' con gratitudine.
Già! Gratitudine, non tanto perchè il muro ci sfiorò pericolosamente e non ci prese , quanto per un'altra piccola faccenda che successe sempre lì...

Proprio per andare a trovare la mia amica e gli altri amici e amiche di Rhemes, esageravo un po' spesso.
Anche quando non ero in formissima, cosa che capitava di rado ma capitava eccome, appena potevo partivo per coprire i 203km che mi separavano dalla prima casa di Rhemes e le condizioni in cui arrivavo non erano sempre delle migliori.
Un giorno caldissimo di inizio luglio alle due del pomeriggio ero proprio sulla salitella di Montjovet e non pedalavo come al solito. La fronte e tutto il mio corpo erano madidi di sudore.

Ero evidentemente accaldato.

L'ultima cosa che guardai e vidi molto bene fu la madonnina, poi buio. Una serie di offuscamenti mi impedivano di proseguire. Ho coperto sì e no due metri in quelle condizioni, barcollando a destra e a sinistra, poi il buio è stato assoluto ma di fianco alla madonnina c'era una fontana, la classica fontana valdostana con una bella vasca in cemento e l'acqua fresca che corre in continuazione...
Cadendo quasi dalla bici, buttai dentro le braccia e metà del corpo. La testa sotto il getto freschissimo e mi ripresi in un batter di ciglia.
Da allora, sia che passi in bici o in macchina o chissà, non guardo più solo la Madonnina per paura che mi caschi addosso ma guardo anche la fontanella con aria di riconoscenza...
Chissà mai che la madonnina in quel caldo giorno di luglio abbia voluto farmi un piacere per lenire lo spavento di qualche anno prima...

...e mantenere vivo il ricordo fino ad oggi di quelle esperienze così intense...

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