Via "Lunga" al Dito Dones - Valsassina - novembre 2015

"Una festa!".
Così, alla base della croda e pronti per i festeggiamenti, il mio amico Toso definisce questa scalata di oggi!
Fotografie di Fabri,Lauretta,Silvie,Toso e Ste



Non ricordo quando partì il progetto del Dito Dones ma di certò cominciò tra amici!
E' ormai anni che con Fabri e Toso ne parliamo...
E mica che adesso il Fibra si sposa e se ne va lontano non facciamo più il Dito...
Bisogna organizzare in fretta e, complice il clima di questo assurdo autunno, eccoci qui, il quattordici di novembre quasi in maglietta all'attacco di Nord-est del Dito noi tre amici, Lauretta e Silvie, nostre estensioni del cuore!

Il clima è proprio di festa! Siamo già sorridenti davanti alle macchine e davanti alle colazioni e poi a Ballabio quando imbocchiamo il vicolo ai Lavaggioli per l'avvicinamento tra i pascoli e i boschi incantati.
E' bellissimo stare qui tutti insieme alla base del Dito mentre chiacchieriamo facendo andar le mani a filar corde e preparare il materiale in modo da partire al più presto.



Parte Lauretta, in cordata col Toso mentre io sarò legato con Silvie e Fibra!
Per Silvie sono le prime vie di questo tipo e starà da seconda (ancora per poco) ma siam certi che si mangerà le difficoltà, per me è la prima via sulla Dolomia vera, Fibra si mette a disposizione in caso di difficoltà ma se ne starà da secondo godendosi comunque tanto la scalata fino in cima quindi io, come mi accenna il Toso, sarò "nelle insolite vesti di capocordata"!!!
Sono compiaciuto, non lo nascondo. La cosa mi rende euforico e felice! Starò comunque molto attento ai miei soci e a non mettermi nei casini.
E soprattutto sono contentissimo di sentirmi legato a queste persone anche dal nylon delle mie mezze corde!
Tra noi e la cordata di Toso e Lauretta non c'è nylon ma è come se ci fosse anche quello!

Mentre Lauretta completa la prima lunghezza di 4c in scioltezza, io ne approfitto per alimentarmi...oggi sarò un pozzo senza fondo! Si vede che le mie tenie si sono accoppiate e ora hanno la prole da mantenere.
Il Toso segue come un missile e parto io.
Fibra, sornione, ci vede lungo e mi consiglia perfettamente come e dove progredire! Fin che mi vede, approfitto di questo vizio e poi riprendo il controllo di mani e piedi e salgo sul primo tiro un po' articolato con la roccia che salendo diventa sempre più bella.



Toso documenta la mia incontenibile gioia mentre arrivo alla prima sosta e mi confessa la sua gioia nell'essere in via insieme...e io sono così felice di questo!



Recupero i miei secondi che salgono senza problemi ma lo so: Silvie è allenatissima a furia di spaccarsi di bloccazzi in palestra e di scalate nei w-end e Fibra, quando non scala da mesi, se la cava come avesse smesso solo da una settimana!



Il secondo tiro è una formalità. Un pelo di attenzione all'inizio e poi una breve camminata fino all'attacco del prossimo tiro dove Lauretta sosta su un albero e io su un masso/spuntone.
Il terzo tiro è un po' articolato e un pelo più complesso del primo. Ci orientiamo un attimo con una fotografia sulla mia relazione. Forse, in un tratto quasi in uscita facile ma abbastanza verticale, integro con un nut tra due protezioni piuttosto lontane ma complessivamente la via è chiodata piuttosto sportiva, bene e dove serve con ottimi spit e qualche fittone resinato.
Si esce su una grande terrazza erbosa, sono tentato di proseguire fino alla base della parete ma ritorno in dietro a metà del terrazzone perchè la corda fa troppi attriti. Dividiamo in due il trasferimento fino alla base del quinto tiro (il terzo vero tiro di arrampicata della via).
Risalito da un canale un breve zoccolo in diagonale a destra, ci si porta alla base di un bellissimo diedro, ahimè molto liscio e unto.



Quando arrivo, il Toso ha già integrato le protezioni in sosta (fatta da un unico spit) con un nut e un friend contrapposti e ha anche già ingaggiato il diedro. Nel frattempo arrivano Silvie e Fibra...
Lauretta segue il Toso e parto io. Mi lasceranno un friend e un rinvio già inseriti e gradirò parecchio il pensiero!!!
Troviamo tutti il tiro molto bello e difficile a causa della scivolosità della roccia.



Silvie, descritta e fotografata dal Fibra, riuscirà ad interpretare al meglio la salita del diedro. L'uscita in traverso invece presenta una bellissima arrampicata e una bella roccia a parte un discreto masso da non tirare e lasciar quieto.



L'uscita in sosta è molto bella! Cominciano a sprecarsi i complimenti reciproci!!!
Da qui parte il tiro chiave della via in quanto a difficoltà di arrampicata. E' verticale e piuttosto lungo, max 6a, Le protezioni sono comunque molto vicine e quasi tutti i passaggi difficili sono azzerabili ma per salire serve comunque un buon quinto sostenuto nelle braccia e nella testa! Dove le difficoltà si abbassano la chiodatura torna a distanze normali e c'è da star sui piedi.
Appena il Toso arriva in sosta si volta e mi grida:"Ste, preparati a godere!".
Sono intenzionato a farlo. Probabilmente patirò il tiro ma ci provo ugualmente.
Salgo bene fino al tratto di 6a che continua per qualche metro in leggerissima diagonale a destra.
Non azzero i passaggi e li scalo. Non riesco però ancora a farli di filato. Con tre resting me la cavo e porto a casa il tiro con molta gioia, soprattutto per il fatto che sento la via che si completa man mano e la cima del Dito ad un soffio dalle mie dita e da quelle dei miei soci!



Siamo in partita ragazzi e ora su, Silvie e Fabri...che gentilmente in questo tiro e nell'ultimo porta il mio macigno di zaino per lasciarmi scalare leggero! Giustamente mi maledirà per quanto sia pesante e scomodo per scalare! Un altro breve trasferimento su sentiero (andare a mezza costa a destra!!) e poi attacca il dito vero e proprio con uno spettacolare tiro di 5a dalla linea e dalla roccia magnifica...
Mentre il Toso lo scala, mi dice che gli ricorda la normale alla punta Giulia!
In effetti i pochi suoi commenti rispecchiano quelli della meravigliosa giornata passata insieme su quella guglia affilata e magnifica!
Spesso dalle soste della via si vede la croce di vetta. Ora però voglio andare a guardarla da vicino e a toccarla! Quando parto mi trovo per le mani una roccia magnifica e trenta e passa metri verticali dalle difficoltà continue, coi passaggi da cercare a destra e a sinistra della linea di protezioni, cercando di star bene sui piedi e poi su...
E' un tiro che vale di sicuro la via!
Integro con un cordino in uno spuntone perchè vedo uno spit con la roccia fessurata alla base e la protezione successiva è un po' lontana ...capita!
Per chi vuole, la base del dito e di questo tiro si possono raggiungere anche col sentiero e far solo quelli e ne vale certamente la pena ma la via Lunga, se si può, è un piacere da non farsi sfuggire...
Poi vabbè, il piacere esplode quando siamo tutti insieme in cima a scherzare e farci fotografie e complimenti!



Son così anestetizzato dalle endorfine che non mi accorgo nemmeno che il Toso monta la doppia di discesa...pensavo fosse solo andato a curiosare dove attrezzarle...
E' ora di andare.
La doppia è bella ed emozionante! L'ambiente della forcella tra lo zucco di Teral e il Dito è estremamente affascinante.
Lo spettaccolo dell'inversione termica continua a regalarci da ore quadri fantastici dipinti sulla Valsassina.

Scendiamo.



Con Lecco alle spalle, costeggiamo la parete dello Zucco di Teral su sentiero a mezza costa in leggera salita.
Un vecchio cavo metallico staccato dalla parete aiuta ad intercettare il sentiero di discesa...
Continuiamo poi in discesa su comodo sentiero fino ad incrociare la base della via Lunga, recuperare uno zaino che abbiam lasciato e tornare a Ballabio a festeggiare.
Ci sono molti motivi per festeggiare fuori e dentro al cuore.



Festeggiamo con grande gioia anche con Bruno e Nat che son su da queste parti anche loro con altri piani!

Festeggio con la speranza di aver tempo, con la speranza che duri e di poter continuare a coltivare questi legami di nylon e di cuore e, se possibile, che possiamo ancora almeno qualche volta godere di questa gioia così infinita...
E che non ci siano addii ma ringrazio anche, finisse adesso, di aver vissuto questi sprazzi di vita così intensa che, come un'onda perfetta, mi travolge e mi immerge completamente nel suo abbraccio...



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